Etologia

Ode al gatto di Pablo Neruda

Sólo el gato apareció completo y orgulloso: nació completamente terminado, camina solo y sabe lo que quiere.

È cominciato tutto con una gattina di un mese regalata da un collega, frutto di un amore proibito tra un nobile gattone siculo, simil-persiano di nome Calogero ed una gatta fantasia raccolta per strada. Pernilla, questo il nome dato alla gattina che era, ed è ancora bellissima: una struttura robusta, un mantello brown-tabby di morbido pelo corto, eredità del padre ed un carattere che la fa sicuramente accomunare, parafrasando Elisabeth Marshall Thomas, alla "Tribù della Tigre", ossia alla famiglia dei felini, dai gatti domestici ai loro parenti selvatici inclusi. Da abile cacciatrice qua è non trascura nemmeno adesso che ha 11 anni di lasciare sullo zerbino della porta qualche povera preda, lucertola o topo di campagna, come omaggio ai suoi simili del clan umano.
È Pernilla che ci considera suoi simili sempre ché si rispetti la sua gerarchia. Altri gatti ed umani inclusi. S'intende!

Lo scopo di questa parte del sito è quella di fornire delle indicazioni sulla natura ed il comportamento del nostro amico felino.
Sarebbe interessante poterci scambiare osservazioni e punti di vista sul comportamento dei nostri animali.
Utilizzate la e-mail anche per questo!

Chi decide di adottare un gatto, sia esso blasonato o scelto tra i molti cuccioli di una nidiata “ruspante” è importante che conosca quali sono le caratteristiche del comportamento del suo compagno, che tale resterà mediamente per 12/13 anni di vita da percorrere assieme.
“Un buon rapporto tra un gatto ed un essere umano si basa spesso sulla capacità che ha il gatto di soddisfare le aspettative del suo padrone.”Decidere di prendere un gatto significa anche conoscere quelle caratteristiche della sua personalità (ambiente dove è vissuto, modo in cui è stato allevato).

Il nuovo padrone (anche se non è la parola giusta) dovrebbe essere preparato ad affrontare i problemi dovuti al comportamento dell’animale, che appaiono a volte poco comprensibili.

Chi ama veramente i gatti o qualsiasi altro animale si documenta sulla loro biologia, sul loro comportamento per evitare il più possibile di rimanerne deluso. E’ importante confrontare le proprie aspettative con le esigenze dell’animale.

ll rapporto uomo-animale in ambiente artificiale, è una linea di ricerca di recente intrapresa dall’etologia e ancora poco indagata scientificamente.

Che cos’è il padrone per un gatto?
Cosa vede l’animale nell’essere umano?
Le leggi che regolano il rapporto uomo-gatto sono nate con l'addomesticazione dell’animale. Sono state fatte diverse ipotesi sull’argomento:

  1. il gatto identifica la persona che fornisce il cibo con il padrone;
  2. il gatto identifica la mamma-gatta con il padrone;
  3. il gatto subisce il fenomeno dell’imprinting dall’uomo;
  4. il gatto vede nell’uomo un compagno sociale.

La prima, come anche per le scimmie, è stata studiata sperimentalmente e si è dimostrata infondata, nel senso che il rapporto gatto-uomo viene rafforzato dal cibo, ma non è determinante alla fine della costruzione del loro rapporto. La seconda e la quarta non sono mai state studiate seriamente. Rimane la terza, quella sull’imprinting, verificata con procedure sperimentali.

L'IMPRINTING viene identificato come un particolare periodo di apprendimento di alcune specie animali, tra cui il gatto. Letteralmente significa “apprendimento precoce in fase sensibile”; le caratteristiche più importanti sono l’irreversibilità e la poca elasticità per quanto riguarda il periodo di tempo in cui una nozione può venire appresa. In pratica, se il gattino non impara determinati comportamenti in quel periodo di tempo, non le imparerà mai più. Contrariamente a quanto comunemente si pensa, non fu solo Konrad Lorenz a parlare di questo fenomeno.

Durante la fase sensibile avviene la socializzazione, cioè il gattino impara a riconoscere i suoi simili ed a sviluppare un comportamento sociale appropriato.
Il gatto che vive nelle nostre case però, entra in contatto oltre che con i suoi simili anche con individui di altre specie, tra cui gli esseri umani. “E’ stato provato che il processo avviene: i gatti socializzano con gli esseri umani durante una determinata fase sensibile.”

“Se è pur vero che il progenitore del gatto domestico, ovvero il gatto selvatico, è un animale solitario e quindi privo di una gamma di comportamenti che lo rapportino al branco (cosa che invece avviene nel cane, discendete del lupo) le teorie più accreditate dicono che il gatto vede nell’essere umano preferito un misto di madre-compagno, nei confronti del quale si può permettere di non essere in competizione:”

Di seguito riporto il riassunto di un articolo che si intitola “A cosa serve l’etologia” di Eugenia Natoli, ETOLOGA all’Università di Catania. L’argomento, interessantissimo a mio parere, compariva sulla rivista Pet Magazine di febbraio-marzo, l’anno non mi è possibile identificarlo.

Grazie anche all'opera di divulgazione di trasmissioni televisive e riviste specializzate sugli animali, è noto a molti che l'etologia studia il comportamento degli animali. Le prime tesi d'Etologia risalgono agli anni 80. Non altrettanto chiaro e conosciuto è il metodo che utilizza l'Etologia.

Per fugare qualsiasi dubbio occorre innanzi tutto chiarire che l'Etologia è una scienza esatta che poggia su basi rigorosamente scientifiche per poter poi applicare in sostanza i risultati delle sue ricerche. Tutto quello che è rappresentato nei filmati e nelle immagini in veste divulgativa ed a volte divertente, è sovente frutto di un lavoro, spesso ripetitivo e in ogni modo estremamente rigoroso. Per cui, se il risultato è affascinante, lo sono meno i mezzi impiegati. Gli scopi che in genere si prefigge una ricerca sul comportamento animale riguardano le problematiche evolutive. "In altre parole, il comportamento e lo studio delle sue modificazioni servono come indicatori, misuratori e verifiche dei processi evolutivi, né più né meno, di come gli zoologici tradizionali utilizzano lo studio delle strutture anatomiche (cioè della morfologia) e della loro modificazione per capire l'evoluzione.

Il gatto domestico rappresenta un soggetto ideale per queste problematiche poiché ha colonizzato molti tipi d'ambienti in situazioni ecologiche completamente diverse tra loro. Ciò permette di studiare adattamenti comportamentali diversi nella stessa specie e nello stesso periodo, cosa che non sempre è possibile con altri animali."

Per esempio, lo studio del comportamento sessuale del gatto e delle strategie riproduttive ha fornito dei risultati molto interessanti per comprendere come l'influenza umana stia modificando il comportamento del felino.

Nell'ambiente originario d'adattamento, diciamo il bosco, il gatto domestico viveva da solitario su vasti territori individuali, che difendeva dall'introduzione di altri gatti. Un'inversione di tendenza si aveva solo durante il periodo degli accoppiamenti e durante l'allevamento dei cuccioli.." Questo modello di vita, che rappresenta lo stile ancestrale, lo si riscontra ancora nei gatti rinselvatichiti che vivono in alcune isole sub-antartiche, in ambiente montano e in quegli ambienti dove il cibo è rappresentato solo dai successi della caccia"

Dove invece la presenza umana si fa sentire sotto forma di cospicue fonti di cibo, alternative o integrative della caccia, il gatto vive come un animale sociale.

In altre parole, in città, ma anche in campagna, esistono dei gruppi sociali di gatti, con un maschio ed una femmina dominanti, forme di cooperazione tra i membri del gruppo, e così via come in ogni altra società. Nell’ambiente originario un gatto maschio si accoppiava con più femmine (sistema sessuale poliginico) mentre oggi nell’ambiente urbano a seguito della densità altissima, sia i maschi che le femmine si accoppiano con più patner (sistema sessuale promiscuo).

L’utilità di studi come questo hanno consentito l’applicazione della legge 281/91 sulla gestione dei felini domestici liberi nell’ambiente urbano. “Visto che i felini vanno gestiti per il loro benessere e per un corretto rapporto uomo-animale, è importante essere a conoscenza del comportamento e delle esigenze degli animali da gestire.

PET-TERAPY, rientrano sotto questo nome generico tutte quelle attività che prevedono l’interazione con un animale, in situazione controllata, di persone quali anziani, carcerati, portatori di handicap, malati terminali. L’utilizzo di un animale domestico anche da parte di persone con problemi di depressione, autismo, ecc.., , richiede l’intervento di numerose categorie professionali, quali fisioterapisti, infermieri, psichiatri, psicologi e veterinari. E’ fondamentale conoscere il comportamento dell’animale per aumentare le probabilità di successo di una terapia.

CONTRIBUTI

Un particolare ringraziamento va ad Eugenia Natoli, da cui è tratto molto del materiale citato, per la passione e l’amore di studiosa che ha saputo mettere nelle sue ricerche.

Eugenia Natoli, “Noi gatti”, Arnoldo Mondadori, Milano 1991
Elisabeth Marshall Thomas, “La Tribù della Tigre”, Longanesi &C. Milano 1994
V. Sansone, Siberia l’avventura del secolo”, Società Editrice Internazionale, Torino1977
V.K. Arsenev, “Dersu Uzala”, il piccolo uomo delle grandi pianure, Mursia Editore, Milano 1978
D. Mainardi, “Del cane, del gatto e di altri animali”, viaggio di un naturalista tra gli animali domestici, Arnoldo Mondadori, Milano 1998
G. Falsina – D. Mandelli, “Come guarire e curare il tuo gatto”, De Vecchi Editori, Milano 1991
Jean Simonnet, “Les chats des chartreux”, Paris 1989
« IMPRONTE », rivista animalista n°9, dicembre 2001
“Gli speciali di Quattro Zampe”, supplemento al n°11, Guida pratica alla cura del gatto, Fabbri Rizzoli, Milano 1992
AA:VV. “Erbe medicinali e alimentazione naturale per cani e gatti”, Tecniche nuove, Milano 1993
V. Menassè, “Il vostro gatto”De Vecchi Editore, Milano 1987
P. Fortunati, Pronto Soccorso per gli animali”, Oscar illustrati Mondadori, Milano 1989
FIAF “L’alimentazione del gatto”

 

siberiano

gatto